Dott.ssa Maria Agnello ”Ecco l’ordine corretto per una giusta alimentazione”

Biologa nutrizionista ragusana della Rete Esperti VegSicilia

Verdure, frutta e poi carboidrati vegetali. Ecco l’ordine corretto per una giusta alimentazione. La dott.ssa  Maria Agnello, biologa nutrizionista, esperta di alimentazione vegetale integrale, durante questa nostra chiacchierata, ha spesso cercato di non utilizzare il termine ‘vegano’.

Spiega, l’esperta ragusana che lavora all’istituto zooprofilattico nel laboratorio di controllo microbiologico degli alimenti a Ragusa: “Sì, vegetale mi piace più del termine vegano che può essere travisato se si parla di salute. Infatti si può mangiare vegan e mangiare male”.

Lo dice una persona esperta che ha maturato esperienze importanti anche all’estero.

“Sono biologa specializzata in microbiologia e virologia. All’Open Academy of Medicine ho approfondito gli studi sulla scienza che mette in correlazione sistema immunitario, endocrino e nervoso e il modo in cui il cibo può mettere in relazione gli apparati attraverso processi anti infiammatori”.

Lei, dottoressa, ha vissuto un’esperienza familiare molto particolare che ha inciso sul suo percorso alimentare, professionale e idealista.

“La malattia di mio padre mi ha portato a mettere in pratica su di lui l’alimentazione vegetale: papà si è cibato di verdure soprattutto. Quando ha accusato la malattia, io già mi alimentavo di pochissime proteine e mangiavo poche verdure, poi ho cambiato in modo radicale la mia alimentazione. Ho approfondito dopo essermi documentata”.

giusta alimentazioneL’esempio di suo padre non è passato inosservato, ne parlarono i media in maniera approfondita.

“Era una novità, per i tempi. Mi sono trovata a far cambiare lo stile di vita e soprattutto abitudini alimentari di un ottantenne ed ho capito che non è mai troppo tardi; quando una persona è motivata e vuole fortemente  recuperare lo stato di salute, non è mai troppo tardi”.

Cambiare le proprie abitudini alimentari comporta dei miglioramenti a livello fisico  ed ha delle conseguenze  a livello medico scientifico?

“Il cibo non è utile solo per saziarsi, ma mette in atto dei processi metabolici antinfiammatori o infiammatori in base al cibo che scegliamo di mangiare. Quello animale è infiammatorio perché contiene una serie di grassi e promuove la produzione di acido arachidonico, che è fortemente infiammatorio e che potrebbe causare la degenerazione cellulare. Invece quello vegetale, soprattutto verdure e frutta, è ricco di antiossidanti, polifenoli, vitamine e sali minerali. E questi sono tutti gli elementi che proteggono le nostre cellule dalla degenerazione. Oltretutto interferiscono positivamente col nostro DNA, con il sistema immunitario  e tutto questo ogni giorno lo riscontro sui miei pazienti”.

Che reazione hanno i suoi pazienti quando propone loro uno schema  alimentare vegetale?

“Quando propongo uno schema 100% vegetale  e trovo entusiasmo nei pazienti, riscontro maggiori risultati e miglioramenti fisici.  E questo è sorprendentemente  vero. I pazienti scettici, non hanno molta motivazione a seguire il metodo e di conseguenza questo non porta  risultati nel metodo. Ma devo dire che riesco a motivare buona parte dei pazienti”.

Passi in avanti, dunque. Una presa di coscienza maggiore.

“E’ necessario dare maggiori approfondimenti per spiegare le scelte ai pazienti,  bisogna far conoscere i perchè di un certo percorso alimentare. Anche se non tutti riescono a comprendere pienamente perché tolgo la carne e i prodotti animali  ed inserisco tante verdure, è fondamentale farlo. Le motivazioni dopo il primo mese cambiano e visti i primi cambiamenti e miglioramenti si comincia a capire che la qualità di vita può cambiare”.

Spesso il termine vegano viene visto con pregiudizio.
“La parola crea limiti. Se parliamo esclusivamente di alimentazione meglio esprimersi con il termine vegetale, quando non ci si nutre delle proteine animali non è necessario utilizzare la parola vegano o etichettarsi in questo modo”.

L’offerta alimentare tra i banchi di scuola o nelle mense sta cambiando ingredienti.

“E finalmente. Ci siamo resi conto che  i bambini che mangiano male potrebbero ritrovarsi potenziali malati da adulti. Anche i pediatri si sono resi conto che finora i bambini non hanno adottato un regime alimentare salubre,  influenzati dalla pressione mediatica che ha proposto prodotti industriali, senza alcun fondamento nutritivo, soprattutto per i più piccoli. Le direttive nutrizionali da un punto di vista pediatrico si stanno modificando e i quantitativi proteici quotidiani sono calati”.

Il suo rapporto con Veg Sicilia è intenso, visto che lei è uno degli esperti dell’associazione. Com’è nata la collaborazione?

“La vostra associazione fa un grande lavoro per promuovere una presa di coscienza generale e lo fa con impegno e costanza. Abbiamo organizzato alcuni eventi e ho seguito diversi pazienti facente parte della rete. Penso che Veg Sicilia assicura informazione critica e approfondita a chi è prevenuto e  a chi giudica in modo sbagliato la scelta alimentare vegetale. L’obiettivo è far capire che mangiare vegetale non significa soltanto consumare carboidrati o burger di soia.

Giovanni Finocchiaro

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