Una nuova emergenza in un mattatoio in Germania
Esplosa una nuova pandemia, oltre 1500 contagi a Rheda Wiendenbrueck
In Germania è esplosa nuovamente la pandemia. Sotto accusa il più grande mattatoio d’Europa all’interno del quale si sono registrati oltre 1500 contagi. Nella circoscrizione in cui sorge l’impianto vivono 360 mila persone: le persone costrette alla clausura sono oltre mezzo milione, il provvedimento è stato esteso alle zone limitrofe.
Siamo a Rheda Wiedenbrueck, città in cui sorge il mattatoio, qui lavorano impiegati che arrivano da ben 80 nazioni. Ci sono operai che vengono ingaggiati in sub appalto e che vivono in condizioni deplorevoli. Il tutto al fine di abbattere i costi della carne e commercializzarla a prezzi inferiori rispetto alla media di mercato. Vengono meno le norme igienico sanitarie. Vivono in piccole e sporche abitazioni e viaggiano stipati in furgoni senza distanziamenti sociali.
Il Corriere della Sera nel reportage pubblicato nelle ultime ore parla anche di una mobilitazione di polizia per evitare che i contagi. È scattato il divieto di frequentare bar, ristoranti, cinema, sono stati cancellati tutti gli appuntamenti pubblici.
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Di fronte alla gravità della situazione, il ministro presidente del Land, Armin Laschet, non ha escluso un ritorno del lockdown a livello regionale. I 7 mila impiegati della Tonnies, il mattatoio chiuso fino a nuovo ordine, sono già in quarantena da giorni. È stato formato un comitato d’emergenza per vigilare. In settimana sono stati chiuse le scuole e gli asili.
Le associazioni ambientaliste sono intervenute, in quanto conoscono le condizioni di lavoro in cui gli impiegati sono costretti a vivere. Il Corriere riporta che nell’azienda processano “ventimila animali al giorno, facendo uso invasivo di disinfettanti chimici altamente nocivi per la salute”.
Purtroppo l’azienda ha fornito in ritardo lista e recapiti dei dipendenti, nonostante fosse obbligata per legge, perdendo ore preziose per contenere possibili contagi. Questo ha messo a repentaglio molte persone che avrebbero potuto evitare il virus.
Ci sono due motivi per tenere chiusa una struttura come questa: una riguarda l’emergenza che ancora ci ricorda di non essere finita, e due perché i mattatoi sono luogo di sofferenza e disperazione oltre che di alto rischio di propagazione di contagi. È ormai risaputo.