Perché diventare vegani
Cosa significa essere Vegan?
Diverse sono le motivazioni che spingono milioni di persone nel mondo ad abbracciare la scelta vegan.
Intanto cosa significa essere vegan ? Per definizione il veganismo è un movimento etico e filosofico antispecista che porta ad uno stile di vita, agito nei limiti del possibile e del praticabile, fondato sul rifiuto di ogni prodotto e sull’astensione da ogni pratica, che siano legati a qualunque forma volontaria di sfruttamento degli animali.’’
La parola vegan altro non è che la contrazione del termine inglese vegetarian. Questo neologismo fu coniato da Donald Watson ed Elsie Shrigley nel 1944 semplicemente per distinguere i vegetariani dai vegetariani non consumatori di latticini, nuova corrente che si andava affermando sempre più. Nello stesso anno Watson organizzò a Londra una riunione di sei “vegetariani non consumatori di latticini”, in cui venne deciso di costituire una nuova società, la Vegan Society , di cui Watson stesso fu eletto presidente, e di adottare come definizione il termine vegan che incluse al significato iniziale il rifiuto di ogni prodotto e pratica legati a qualunque forma volontaria di sfruttamento animale.
Perché Vegan?
Benché le ragioni della scelta vegan siano prevalentemente etiche ci si può avvicinare al veganismo anche per altre motivazioni altrettanto forti come quella salutistica e quella ecologica oggi la più importante. Il modo in cui l’uomo sta trattando il Pianeta e chi lo abita ci sta portando ad un punto di non ritorno. Non è più sostenibile continuare sulla strada dell’antropocentrismo dove l’uomo fa e disfa a suo piacimento. E’ necessario evolversi verso l’ECOcentrismo, visione che si fonda sul rispetto dell’ambiente e di ogni forma di vita, condizione primaria per preservare gli ecosistemi. Si può affermare dunque che il veganismo equivale ad una visione non-violenta della vita. Ognuno fa quel che può verso un cambiamento che è diventato necessario. Il VEGANISMO diventa una scelta più Efficiente e in una Terra con 7 MLD di essere umani abbiamo bisogno di essere più efficienti possibile.
Scelta Etica
E’ stato ampiamente dimostrato che gli animali sono capaci di provare sensazioni, emozioni, sentimenti. Sono esseri senzienti come i nostri animali domestici. Nessuna differenza tra un cane ed un maiale o tra un gatto ed una mucca.
A molti viene chiesto di apportare in maniera approfondita le ragioni etiche della scelta vegan, nasce una sorta di dubbio in seguito a questa domanda, perché non ci sono motivazioni da approfondire, perché è evidente : è sbagliato sfruttare ed uccidere; non c’è davvero nulla da aggiungere per avvalorare questa scelta.
Perché dunque alcuni animali sono stati definiti d’affezione e altri da allevamento?
Mucche, maiali, agnelli, polli, conigli, oche, visoni, e altri sono diventati improvvisamente COSE e hanno perso la loro identità di soggetti viventi. Sono cose da trasformare in cibo, in prodotti per il corpo, in prodotti da indossare, per soddisfare la richiesta del mercato alimentare, tessile e cosmetico e delle industrie zootecniche. Vengono allevati in spazi ristrettissimi, senza mai la possibilità di uscire alla luce del sole ed in condizioni che definire pietose sarebbe ottimistico.
Oggi per contrastare tutto ciò si sta diffondendo il concetto di pascolo biologico dove gli animali vengono trattati bene, brucano prati verdi e guardano cielo azzurro e respirano aria sana. Ma anche a questi toccherà la stessa fine degli altri: il macello. La morte prima del loro tempo naturale.
Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani
Lev Tolstoj
Tutti partecipiamo alla loro sofferenza, ma volgiamo sempre lo sguardo altrove quando la loro agonia ci viene mostrata. Possiamo evitare di pensarci, possiamo dire che non ci importa, perché questo strazio è lontano da nostri occhi; ma non possiamo sostenere razionalmente che sia giusto causarlo. Se questo non è giusto, abbiamo il dovere di lottare contro la nostra inerzia interiore, che tende a rimuovere il problema, a negarlo, o cercare di attenuarlo, anestetizzando la nostra stessa consapevolezza innata.
Siamo attori principali nel maltrattamento degli animali, le colpe non sono tanto, o solo, degli allevatori quanto, in primo luogo, di ciascuno di noi che come consumatori commissioniamo, in un certo senso, l’uccisione degli animali. Avere a disposizione ogni giorno, a ogni pasto, carne o pesce, latte, latticini e uova, ha determinato un aumento vertiginoso della quantità di animali allevati e ammazzati, mentre lo spazio a loro disposizione non è aumentato, la sofferenza quindi ha raggiunto livelli estremi e i macelli sono diventati vere e proprie “catene di smontaggio” dove entrano esseri senzienti terrorizzati ed escono pezzi di cadaveri asetticamente confezionati pronti per essere mangiati.
Nel nostro paese ogni italiano mangia circa 1400 animali ogni anno, per non parlare dell’uso di calzature di pelle e di abbigliamento in lana o di pellicce di cani, visoni, ermellini, volpi, piume d’oca ecc..ecc..Pensiamo inoltre all’uso di cosmetici testati su animali, e agli zoo, ai circhi ed agli acquari. E’ giusto causare atroci sofferenze senza reale motivo?
“Tutte queste vite spezzate, questa enormità di cadaveri, a cosa sarebbe servita questa agonia se poi si scoprisse che non siamo nati per nutrirsi così? Sarebbe atroce scoprire che si è ucciso e non era necessario”
Scelta Salutistica
Malgrado siano in parecchi gli esperti che lo denunciano da decenni, si è dovuta pronunciare l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per scuotere l’opinione pubblica sul fatto che il consumo di carni processate ( insaccati vari, wurstel) e carni rosse specialmente alla brace sia estremamente nocivo. Dopo innumerevoli studi si è finalmente arrivati alla conclusione che il loro consumo non sia proprio ideale per l’essere umano. Naturalmente viene precisato che la pericolosità è sempre correlata alla quantità ingerita.
La IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), l’organismo OMS che ha condotto gli studi,ha classificato così le carni:
- Gruppo 1 ( carni lavorate): causano tumori a carico dell’intestino e in generale, dell’apparato digerente: tumore del colon-retto, del pancreas e dello stomaco. E’ stata trovata una associazione positiva anche con il cancro alla prostata.
- Gruppo 2 (carni rosse) : probabilmente causano tumori ai medesimi organi.
Tuttavia non tutti i pericoli derivanti dal consumo di animali e dai loro derivati sono ancora noti. Gli animali non sono più animali sani. Spesso sono allevati ad antibiotici e farmaci di ogni genere e anche i pesci provengono da acque inquinate.
Rimane comunque il fatto che una dieta con alimenti animali non è adatta all’organismo umano. Basterebbe la semplice osservazione di come siamo strutturati per evidenziare come non siamo nati per cacciare, strappare muscoli e tendini e digerire carni animali.
Il nostro intestino non è cambiato, rimane in lunghezza quasi identico a quello degli erbivori e i nostri succhi gastrici non sono acidi come quello dei carnivori. Qualcosa vorrà dire?
“Siamo onnivori e mangiamo di tutto, dai secoli dei secoli”.
AMEN oseremo dire…
Ma probabilmente onnivori ci siamo diventati per necessità, per motivi di sopravvivenza. Il consumo di carne tutto sommato è aumentato in maniera vertiginosa dal dopoguerra in poi con l’avvento del ‘benessere’ e della profittevole industria degli allevamenti intensivi. E’ stata una conseguenza del progresso e della fame di denaro di certe lobbie che ha visto una buona opportunità di arricchimento nel commercio di prodotti animali. Esagerare col consumo di carni ci ha portato a sviluppare malattie degenerative e croniche che costituiscono la prima causa di morte nei paesi ricchi purtroppo oggi anche tra i bambini.
Un’alimentazione equilibrata di origine vegetale, naturale e integrale riduce notevolmente il rischio delle malattie definite del benessere, come il cancro, le malattie cardiovascolari e neuro degenerative, il diabete mellito, l’osteoporosi, l’obesità, etc, ed è inoltre determinante nella regressione delle malattie in corso (*).
(*) fonte: The China Study T. Colin Campbell
Scelta Ecologica
Il mondo di oggi super industrializzato minaccia l’ambiente in diversi modi. Si discute da decenni di tutte le probabili cause ma la questione ‘’Allevamenti’’ viene sempre trascurata che sia intensivo (animali stipati in gabbie o stalle) od estensivo ( animali in ranch o pascoli) non fa differenza in termini di sostenibilità.
Diversi studi hanno evidenziato che l’inquinamento del pianeta è dovuto a tre fattori: cibo, energia, trasporti. Ebbene di questi tre il CIBO è quello che possiamo controllare nell’immediato. Semplicemente perché dipende da una scelta personale e non da norme, burocrazia e cose simili come invece energia e trasporti. Il consumatore ha pieno controllo e ha lui potere di condizionare il mercato e la minaccia ambientale che deriva dagli allevamenti.
Stiamo allevando mucche, polli, maiali e pesci in serie senza sosta, se non lo facessimo…
Non avremo il bisogno di alimentarli e di utilizzare sempre più terreno per allevarli e per produrre cereali e legumi per nutrirli. Questo processo si definisce “competizione cibo-mangime” (feed-food competition).
O mangiamo gli animali o mangiamo gli umani: nelle stalle entra molto più cibo, in proteine e calorie di quanto ne esca per gli uomini. Sono delle vere e proprie fabbriche di Proteine alla rovescia. A un vitello servono almeno 10 kg di vegetali per aumentare di 1 kg, a un maiale 4kg e a un pollo 2. Carne , latticini e uova sono i cibi più dispendiosi e inquinanti mai esistiti: oltre allo scempio della distruzione di milioni di ettari di terra coltivabile , oltre all’uso della chimica (concimi, fertilizzanti, pesticidi, diserbanti per aumentare le rese), c’è anche la questione dell’enorme consumo d’acqua. Tutto inquina il suolo, l’acqua e il cibo stesso. Per la produzione di 1 kg di cereali si provoca l’emissione di 1 kg di CO2, per 1 kg di carne si arriva a 10. La digestione e le deiezioni animali provocano emissioni di metano e inquinano l’acqua più di tutti e tutto.
Non mangiando più prodotti animali, ogni giorno è possibile scegliere di salvare:
- LA VITA DI UN ANIMALE
- 4.164 LT DI ACQUA
- 20 KG DI GRANO
- 2,78 MQ DI TERRENO
- 9 KG DI CO2
- LA FORESTA PLUVIALE
E inoltre: gli animali selvaggi popolerebbero nuovamente il pianeta, gli oceani si ripopolerebbero, i fiumi sarebbero più puliti, l’aria sarebbe decisamente più respirabile, la salute di tutti migliorerebbe.
La scelta Vegan diventa così la più efficiente, produce infatti il 50% di emissione di CO2 rispetto ad un regime onnivoro, utilizza 1/13 di quantità di acqua e 1/18 di superficie di terreno. Per nutrire una persona, per un anno, con una dieta vegan è sufficiente avere 688 mq di terreno; con una dieta vegetariana è necessario 3 volte in più di terra, con una dieta onnivora sono necessari 18 volte di terreno in più.
Il nostro attuale stile di vita consuma non solo tutte le nostre risorse materiali, energetiche ed economiche, ma soprattutto Psichiche. La Psiche è legata alla Terra. Dalla terra nasciamo alla terra torniamo. Tra noi e il pianeta c’è la stessa relazione che c’è tra una foglia e l’albero di cui fa parte. Dobbiamo aprire gli occhi su un nuovo livello di identità, che ci vede parte integrante del mondo in cui viviamo. Consapevoli di una correlazione molto più vasta tra noi e il mondo, inizieremo ad avere un atteggiamento di cura e amore nei confronti della natura che ci circonda. Animali, piante, ecosistemi diventano estensione del nostro essere umani e in tal senso possono essere curati, coinvolti con rispetto e buon senso.
…perche vegan?
La mancanza di rispetto, il non riconoscere a luoghi, piante, animali la dignità e il diritto di esistere al di fuori di una logica di sfruttamento economico, la rimozione sistematica di ogni elemento proveniente dall’ambiente naturale, sono i sintomi riconosciuti di questa società industriale e capitalista. L’attuale modello alimentare è in mano di poche multinazionali che producono semi, farmaci e mangimi. Allevano, macellano e distribuiscono. Solidi e aridi imperi si reggono su fragili ma fruttuose zampe, affidando a terzi il lavoro sporco di allevare e macellare. I costi economici ed ecologici gravano invece sulla collettività. I paesi ricchi oggi possono consumare così tanta carne solo perché sfruttano suolo e risorse dei paesi poveri in cui il consumo di carne è minimo.
C’è un legame molto stretto tra malattie dell’anima e malattie del mondo: il bisogno di sentirsi parte è un bisogno connaturato con la natura umana e la mancanza di un legame emotivo tra gli esseri umani e madre terra è attualmente causa di una crisi psicologica, spirituale ed ecologica.
La necessità di provvedere alla salute ambientale non diventa più soltanto una questione di correttezza o valori etici, ma di responsabilità esistenziale, autocoscienza e sopravvivenza.
(*) Fonte: FILM COWSPPIRACY